Acquedotto

Descrizione

La costruzione dell’acquedotto

Nel corso degli anni Trenta l’amministrazione di Modena affidò a Giuseppe Graziosi la realizzazione di alcune fontane pubbliche, destinate da un lato a valorizzare una serie di importanti interventi urbanistici nel centro storico, dall’altra a celebrare la costruzione di una importante infrastruttura: l’acquedotto.

Per secoli i modenesi avevano attinto l’acqua potabile da fontane e pozzi spesso inquinati e comunque insufficienti rispetto alle esigenze della popolazione. Già negli statuti medievali ci si preoccupava della qualità delle loro acque ed era infatti vietato lavarvi panni, carni e interiora di animali. L’incuria e la cattiva manutenzione dei pozzi erano tra le cause principali delle malattie diffuse in città, al punto che l’ultima epidemia di colera a Modena si registrò nel 1867 e ancora nel 1931 più di cento persone morirono per le infezioni contratte bevendo acqua inquinata. In una relazione del 1897, presentata in Consiglio Comunale contestualmente al progetto del nuovo acquedotto, si parla di un totale di 1176 pozzi a disposizione dei modenesi, di cui solo 77 avevano “acqua buona”, 206 acqua discretamente potabile e 893 erano classificati come “vere pozzanghere”.

Nel 1925, dopo decenni di discussioni, fu approvato il progetto di costruzione del nuovo acquedotto, la cui urgenza tuttavia fu ridimensionata negli anni successivi. Nel 1934 finalmente iniziarono i lavori con lo scavo dei primi pozzi profondi a Cognento; il 7 novembre 1937 il nuovo sistema di approvvigionamento idrico veniva ufficialmente inaugurato.